SISMICA IN FORO

In questo tipo di prospezione sismica, sorgente e/o geofoni si trovano in un foro appositamente e precedentemente preparato nel terreno; al fine di garantire un’elevata qualità dei dati, la realizzazione di tali fori deve attenersi agli standard indicati nelle relative norme ASTM. Tra i metodi più comuni troviamo le prove downhole (ASTM 7000-08), dove la sorgente è in superficie mentre il sensore è invece costituito da uno o due geofoni 3D da foro (onde P & S) o da una catena di idrofoni (solo onde P in foro pieno d'acqua o di fluido di perforazione). La prova downhole è finalizzata alla determinazione dei profili di variazione di velocità con la profondità delle onde sismiche di compressione (P) e di taglio (S). La prova consiste nel produrre sulla superficie del terreno una perturbazione mediante una sorgente meccanica e nel misurare il tempo d'arrivo delle onde dirette, P ed S, alle varie profondità all'interno del foro opportunamente predisposto. Anche se decisamente più costosa di metodi superficiali come MASW e ReMi, questa tecnica viene utilizzata non per il calcolo, bensì proprio per la misura delle Vs30; questo accade solitamente nel caso esista già una perforazione con una buona cementazione e/o nel caso non ci sia spazio sufficiente per realizzare uno stendimento geofonico superficiale.

Le prove sismiche crosshole (ASTM D4428) prevedono invece la misura delle velocità delle onde sismiche fra due fori di sondaggio, uno per l'energizzazione (realizzata normalmente con un energizzatore da foro o esplosivo) e l'altro per la misura con un geofono tridimensionale ancorato. Per ciascuna acquisizione, la quota di energizzazione e misurazione nei due fori deve risultare la medesima; in questo caso devono quindi essere disponibili almeno due fori di sondaggio rivestiti e ben cementati di cui sia nota la reciproca distanza a tutte le quote di misura. Le indagini crosshole sono inoltre fondamentali per ottenere profili di tomografia sismica di alta qualità.